sabato 25 gennaio 2014

Specchio delle mie trame

L’epèntesi (s.f.) è definita dal dizionario Treccani un «gioco enigmistico consistente nell’indovinare, attraverso una definizione enigmatica in versi, due parole di cui la seconda ha una lettera interna più della prima (per es. cane-carne)».
Tra i ludi enigmistici, l’Epentesi, pur non essendo affatto priva di grazia e intelligenza, è una sorta di delicata sorellina meno fortunata: ha fratelli troppo famosi e ingombranti per non restarne inevitabilmente oscurata. Infatti, non ha il mistero della Crittografia o il successo dei Rebus, l’universalità del Cruciverba o la brillantezza dell’Anagramma. In un blog di Parerga una simile Cenerentola, ahimè privata degli incantesimi della fata madrina, si trova ben a suo agio.
Delle otto epentesi che si propongono al rovello dei tre lettori, si osserva che l’Ep. 1 è anomala perché la seconda parola della soluzione aumenta di una lettera esterna; un’altra Ep. di cui non si dà il numero per non facilitare la soluzione, al secondo membro cita un verso bellissimo di Cesare Pavese. Le prime sette epentesi sono state già giocate sanguinosamente su Twitter con solutori formidabili dotati di qualità dianoetiche tracimanti. L’Ep. 7 è stata concepita come una sfida alla tremendissima solutrice Ardnas Inilozzum, preclara tra i cecchini che all'istante abbatteva senza scampo ogni volante enigma.
Ho curato che i versi definitori, ancorché ardui, fossero debitamente rigorosi e pertinenti: nel gioco a nascondere, in fondo, l’attimo più esaltante non è forse quello della scoperta? Ossia il ritrovarsi festoso tra schiamazzi di consolante sorpresa? Non avete conosciuto l’inquietudine di temere che il vostro nascondiglio fosse talmente segreto e inaccessibile da non poter essere scoperto, trasformandosi in una stupida e noiosa trappola?
È sadicamente bello far penare il compagno di gioco, sfidarne l’intelligenza, costringerlo a delirare congetture brancolanti, ma guai a scoraggiarne l’istinto a cercare.
L’enigma raggiunge la perfezione nella sua scoperta, come la potenza nell'atto, perciò, cari tre lettori, se non scoprirete le soluzioni, forse la causa è solo la rozza trama dell'enigma stesso.
Però. Non sempre. Non necessariamente.


Ep. 1

Muove battendo onde

Il corpo al gelo o al timor mi si confonde

 

Ep. 2

Dogmatico a contrappunto o letterario

Rifugio usato del bimbo e del sicario.

 

Ep. 3

Vergine è l’aere e l’acqua specchio pare

Tra estasi e amorazzi in riva al mare

 

Ep. 4

Or liete or dolenti distese a coorte

E le piante e le vigne, eran nitide e morte

 

Ep. 5

Batton et ornan acque e pur altari

Celesti e variopinte eppur volgari

 

Ep. 6

Tremendo gonfia sin dal suo profondo

Guerrier eppur amante a tuttotondo

 

Ep. 7

Val questa e quella e a caso regge nessi

Letto di tempestosi e lieti amplessi

 

Ep. 8

Turbina a catena quella più rude

Talor s'ascolta e talaltra invece illude

lunedì 20 gennaio 2014

Apriti cielo!

Venerdì 17 gennaio alle ore 18.00, al Liceo Magrini di Gemona, Sandra Muzzolini ha tenuto una lezione intitolata «Apriti cielo! Anagrammi, palindromi e altri giochi con parole tra arte, scienza e letteratura». Siccome l’ho saputo colpevolmente in ritardo, non ho potuto porgerle i doverosi auguri. Quale tardiva ricompensa plaudente, le dedico un ignobile e oscuro carme giocato sul suo titolo “Apriti cielo” di cui ogni verso è un anagramma, mentre le lettere iniziali dei versi ne formano l’acrostico, secondo lo stile di un tale Stefano che Lei di certo molto ammira.

 

Apriti Liceo!

Poteri laici,

Ripeto, laici;

Il pio citare

Ti cela i pori,

Ipocrite ali.

 

Citar poi lei:

I tropi celia,

E a colpi irti

Li recita poi:

O laceri tipi.