martedì 6 settembre 2016

Guido, i’ vorrei che tu Beatrice ed io

Ritratto di Beatrice attribuito a Guido Reni, 1599 - Roma






















Il 10 settembre 1599, il giorno prima della sua barbara esecuzione capitale, Beatrice Cenci, forse, ricevette in carcere la visita di Guido Reni. Se ne dubita, invero. L’accadimento non è affatto certo. Analogamente dubbia è l’attribuzione a Guido dello splendido ritratto di Beatrice, testimonianza indiretta di quel leggendario incontro. D'altronde, sotto il palco del supplizio in Castel SantAngelo, al tragico strazio rituale dell’infame giustizia pontificia, confusi tra la folla commossa, si narra che abbiano assistito Michelangelo Merisi da Caravaggio e Orazio Gentileschi con al collo Artemisia seienne.
Forse son tutte fole, e forse no.
Rammentando, tuttavia, che la verità spesso è inverosimile e il verosimile, più spesso, una menzogna, in questa malcerta congiuntura di Beatrice e Guido ci conviene prestar fede solamente allinvenzione dell’arte che, riscattando la fuggevole e lacunosa memoria, sa restituire l’indimenticabile evento ad una flagrante evidenza estetica, certa e inconfutabile.
Di qui l’emozione per la bellezza delle parole dellaltro Guido, Guido Ceronetti.

Supplizio della gentilissima Beatrice Cenci
sulla piazza di Ponte Sant’Angelo
in Roma, 10 settembre 1599
[...]
Nel torvo carcere di Tor di Nona
Geniale artista tale Guido Reni
Dalle guardie è introdotto nella cella.
Beatrice nel mastello si è lavata
Ha i capelli bagnati, glieli avvolge
Guido in un panno candido a turbante

Dice il pittore: - Perché l’hai tu fatto?
Per dare a me il tuo volto mai ritratto?
- Guido, ella risponde mesta e fissa,
Dovrebbe Roma fare lunga festa
E benedirmi il cielo
Avendo io a un tal mostro fenduta testa
[...]


Guido Ceronetti, Le ballate dell’angelo ferito, Padova, Il notes magico, 2009, pag. 64.





Sergei Rachmaninoff, Vocalise, Op. 34, No. 14;
Anna Moffo, soprano.