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Ritratto di Beatrice attribuito a Guido Reni, 1599 - Roma
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Il 10 settembre 1599,
il giorno prima della sua barbara esecuzione capitale, Beatrice Cenci, forse,
ricevette in carcere la visita di Guido Reni. Se ne dubita, invero. L’accadimento
non è affatto certo. Analogamente dubbia è l’attribuzione a Guido dello
splendido ritratto di Beatrice, testimonianza indiretta di quel leggendario
incontro. D'altronde, sotto il palco del supplizio in Castel Sant’Angelo, al
tragico strazio rituale dell’infame giustizia pontificia, confusi tra la folla commossa,
si narra che abbiano assistito Michelangelo Merisi da Caravaggio e Orazio
Gentileschi con al collo Artemisia seienne.
Forse son tutte fole, e forse no.
Forse son tutte fole, e forse no.
Rammentando, tuttavia,
che la verità spesso è inverosimile e il verosimile, più spesso, una menzogna, in
questa malcerta congiuntura di Beatrice e Guido ci conviene prestar fede solamente
all’invenzione dell’arte che, riscattando la fuggevole e lacunosa memoria, sa restituire l’indimenticabile
evento ad una flagrante evidenza estetica, certa e inconfutabile.
Di qui l’emozione per
la bellezza delle parole dell’altro Guido, Guido Ceronetti.
Supplizio della
gentilissima Beatrice Cenci
sulla piazza di Ponte
Sant’Angelo
in Roma, 10 settembre
1599
[...]
Nel torvo carcere di Tor di Nona
Geniale artista tale Guido Reni
Dalle guardie è introdotto nella cella.
Beatrice nel mastello si è lavata
Ha i capelli bagnati, glieli avvolge
Guido in un panno candido a turbante
Dice il pittore: - Perché l’hai tu fatto?
Per dare a me il tuo volto mai ritratto?
- Guido, ella risponde mesta e fissa,
Dovrebbe Roma fare lunga festa
E benedirmi il cielo
Avendo io a un tal mostro fenduta testa
[...]
Guido Ceronetti, Le
ballate dell’angelo ferito, Padova, Il notes magico, 2009, pag. 64.
Sergei
Rachmaninoff, Vocalise, Op. 34, No. 14;
Anna Moffo, soprano.