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Helen Allingham - Thomas Carlyle |
Un uomo
di gagliardo acume, da sempre ai vertici di poteri che contano, alla venerabile
soglia del suo ottantatreesimo compleanno, è certamente troppo smaliziato per
farsi illusioni sul mondo.
E
tuttavia, forse per una certa vanità mai sopita ispirata da un amore di sé
smisurato, egli può ben concedersi il lusso della più assoluta irresponsabilità circa le
conseguenze delle sue proprie azioni, perché il futuro gli è ormai del tutto indifferente.
Del resto, molte vicende storiche, lungi da cause economiche o politiche o
ideologiche, si sono determinate per banalissime ragioni psicologiche. Spiace
dover constatare, nondimeno, che la triste storia del Belpaese debba fornire l’ennesima plastica conferma di un vecchio adagio di Thomas Carlyle, uomo senz’altro
detestabile per quanto brillante, secondo cui «Le rivoluzioni sono pensate da
utopisti, realizzate da fanatici e usate da sciacalli».