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Vincenzo Tamagni, Sala dell’Asino d’Oro (1525-1532), Rocca dei Rossi, San Secondo |
La
recente notizia della nomina di Dino Giarrusso quale Garante della
Regolarità dei Concorsi Universitari presso il MIUR, reca uno
sgomento attonito, temperato, tuttavia, da una insopprimibile risata
sbellicante, poiché nella sua irresistibile spudoratezza la vicenda
richiama l’immagine di un proverbio siciliano: «U dottu all’appedi
e u sceccu a cavaddu».
Orbene,
un somaro a cavallo è una sovrapposizione quadrupedica di tale
sbilenca efficacia icastica da muovere al riso senz’altro; essa del
resto incisivamente illustra l’egemonia dell’economia politica
dell’insipienza che realizzerà in terra il paradiso dei buoni a
nulla, instaurando la dittatura del lumpenproletariat digitale
ovino. Provvidenzialmente, per mano di una persona amica giunge un
anagramma pertinente e sapiente del nominato: Dino Giarrusso =
«assurdo in giro» ― che ha il merito di distogliere da altri
pensieri irripetibili, destando il riflesso pavloviano giocherellone
di trovare ulteriori combinazioni anagrammatiche. Ne è sortito un
insolente e lardimentoso «sgarro di suino». Ecco. Se ne può
discutere, beninteso, ma codesti coerenti risultati generano il
sospetto che gli anagrammi implichino un
non so che di significativo. Talvolta. Non sempre.
Eppure, intriga interrogarsi su questo nescio quid, che non è
conoscenza, in senso proprio, né sapienza, figurarsi, dacché una
limacciosa casualità ne inficia un qualunque valore di verità,
minandone universalità e necessità, ahimè. E nondimeno, tale non
so che è pur qualcosa, perché enuncia un senso possibile del
nome anagrammato mediante una descrizione sintetica a priori, del
tutto indipendente da una qualsivoglia conoscenza empirica o
razionale. Pare lecito pertanto inferirne, secondo rigorosi principi
patafisici, che si tratti di una intuizione combinatoria predittiva,
ecco, sulla quale forse un giorno, chissà, si potrà perfino fondare
una scienza nuova felicemente arbitraria, l’anagrammantica, che in
prima approssimazione possiamo definire come l’arte di divinazione
per anagrammi.
A
guisa d’esempio se ne propone un saggio.
Se
Dino Giarrusso al MIUR è uno «sgarro di suino», quando si vorrà
dare al CNR il «calcio dell’asino», il suo nuovo presidente dovrà
chiamarsi necessariamente: «Calcedonio Silla».
Come
volevasi dimostrare, con beneficio d’inventario e senza alcuna
facoltà di prova, si capisce.