Dante, i’ vorrei che tu Starry ed io,
Insiem con l’inclita sodal brigata,
Lungi s’andasse al voler vostro e mio
Sì da lasciar esta nazion malnata,
Che sol servaggio pare disiare.
Mite e crudele, vaga e avvelenata
Presta a corsari e guitti incoronare.
Lassa e infelice per una picciol parte,
L’altra metà, pel suo particulare,
Spregia virtù e sol baratta e sparte,
Tronfia e corrotta, prava e smidollata
Degna davver che con tua somma arte
A Malebolge sia tosto confinata
Quando non merti pria già ‘l pozzo oscuro
Ovver la Ghiaccia orrida e gelata.
L’esilio nondimanco pare duro
Quale destin, per quell’incantamento
Che coglie li cultor dell’idiom puro.
Indi repente sorge il sentimento
D’allontanare il calice irritante,
Per sopportar ancor lo turbamento
De la sciagura d’oggi repugnante.
Chè forse passerà come la neve:
Pria
l’uragan poi il gocciolare lieve.
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