Prefatio
Da appena qualche ora è terminato il progetto denominato #Corsari,
ideato e promosso da Paolo Costa (@paolocosta), Hassan Bogdan Pautàs (@TorinoAnni10)
e Pierluigi Vaccaneo (@piervaccaneo), consistente nella
riscrittura su Twitter del testo di Pier Paolo Pasolini, Scritti
Corsari, Milano, Garzanti, 1975. Ogni articolo del testo di Pasolini
aveva un portavoce o Corsaro che prendeva il comando della ciurma alla
mezzanotte, dopo il segnale orario fatidico scoccato da un tweet di Hassan
Bogdan Pautàs.
Ho creduto ignobilmente di partecipare alla corsa con una terzina di
benvenuto al corsaro che di volta in volta saliva sulla tolda. Ora, tali
terzine, scritte per esser lette isolatamente, rilette in sequenza mi pare che restituiscano, non già la sensazione di un giornale di bordo o di un album di famiglia, quanto
piuttosto l’effetto straniante di un flip-book, ossia quei blocchetti per
bimbetti che fatti scorrere velocemente col dito riproducono la sequenza di un movimento,
come il taccuino di Hugo Cabret, insomma. Ma un flip-book bambinesco è
trastullo delizioso, perché non condividerlo con i miei tre lettori?
Giusto per darmi delle arie, nelle righe seguenti aggiungo una rapida
nota ai testi, trascurabile e improvvidamente didascalica, giustificata solo dall’odore
ludico del retrobottega dove ho raccolto i brani, gli arnesi, le frattaglie e
le pinzillacchere poi ordinati in metro e rima. Ecco, dunque.
L’esordio per Atrapurpurea, invocata nostra corsara, imponeva vette
altissime, pertanto la scelta del più bel verso crinito di Petrarca era obbligata. L’estenuato
petrarchismo aveva però generato “Chiome d’argento fino, irte e attorte”, forse
l’episodio più straordinario di parodia burlesca della letteratura italiana, grazie
al diabolico genio oulipista ante litteram di Francesco Berni, sicché s’imponeva
un controcanto ironico alla maniera bernesca.
La Luna che inargenta è
volgare furto a Casta diva, mentre Blutrasparente si prestava a pervio
dattilico senz’altro.
Per Francesca Chiusaroli un’anafora
in trompe-l'œil mi pareva
gioco acconcio alle sue sapienti #scritturebrevi. Mentre con Ladyrediviva, ancorché d’incipit
leopardiano, l’ottonario suonava dolce e divertente, ipèrmetro al secondo verso
per la voglia di citarla. Quale soddisfazione conficcare Exlibris in un endecasillabo,
quale che fosse a maiore o a minore.
Comemusica
suscitava la sfida di trovare il modo di combinare nelle trentatré sillabe le
sette note, in parole compiute e non fruste. I corsari del 16 e 17 si giocavano
con le rispettive bio provvidenziali. Per Cetta la sua prediletta parola Ordunque
fu bagno di sangue, ché gli accenti non volevano sentirne di generare un ritmo
lecito. Al 21 di Ketty un incidente diplomatico: scappa il verso forse più riuscito:
«Quai sistri di sospiri e rari estri», ma arriva la vibrata protesta dell’Associazione
Rotacisti Anonimi, che lamenta un abuso di erre politicamente scorretto. Ad
Antonio Prenna chiedo la grazia di alleggerire i toni che s’eran fatti cupi ed
estremi. Poi però tocca a Fanny, poetessa appassionata, che mi dà pensieri.
Come stupirla? Infine Eusebio mi soccorre. Cupidigie e brividi, dell’amatissimo
Camillo Sbarbaro montaliano, era abbrivio idoneo per un climax culminante ne l’abènto
sublime tolto dalla Rosa fresca e aulentissima di Cielo d’Alcamo. Ma il
risultato rompeva l’ABA canonico per un ABB eterodosso, ne valeva la pena? Mi son mandato
a quel paese ed ho tirato dritto, alla volta di Clara, ma qui bisognava solo
appendere le lucciole nel quadro. L’ultima terzina non reca numero perché era
stata concepita per un mio corsaro immaginario. Ossia, mi ero convinto d’averne
letto il nome nell’elenco dei corsari, scoprendo la fallacia a cose fatte. Un
blog di parerga combina errori e sparge inezie, sicché è doveroso pubblicarla, proteggendone
l’anonimato, si capisce.
I corsari non interzati, son certo che
saranno lieti d’essere sfuggiti alle mie indegne rime, non s’illudano tuttavia di
godere d’una mia minore stima, anzi si sappia che li ho risparmiati solo perché
il tempo mi è mancato.
La numerazione delle
terzine segue quella degli articoli del testo di Pasolini
Le ceneri corsare
1 Alla maniera petrarchesca Purpurea.
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
Che ‘n mille dolci nodi gli avvolgea,
ma
tosto fur di cenere cosparsi.
1
Atra maniera bernesca
Chiome corvine e fluenti, irte e attorte
senz’arte intorno a un bel viso d’oro;
vi si celavan sol menti contorte.
2
Casta
Luna che inargenti l’onde,
La
corsa porti falene e bottino,
Storie
e mistero e parole profonde.
3
Blu
trasparente sia l’onda fremente,
Corra
‘l tuo legno l’incognita rotta,
Nella
carezza dell’Orsa splendente.
4
Claudia
fa rotta ardua e perigliosa:
Sprezza
ogni tema e fida nei tuoi lumi,
Guida
la ciurma a meta vittoriosa.
7
Salpa
Francesca per lido corsaro,
Sa
lei dell'onde l'azzurro mistero,
Sa
delle stelle il segreto più raro.
12
Passata
è la tempesta
Ledyrediviva è ancor desta
e
pur noi per farle festa.
14
ExLibris va per mar in
gran pavese,
Quale
corsar sagace e coraggioso:
Reggi
nostr'alme vaghe e pur sospese.
15
Per Comemusica l'onde son
note:
"Là
Si DoMi quel flutto ch'è deriva,
Sol
FaRe rotta s'ha per sponde ignote"
16
Va
di bolina per carezzar le onde
Corsar
che dell’onor ebbe l’insegna.
Faremo
rotte vaghe et errabonde?
17
Con
Ale solcherem acque dolenti
Per
l’odio vile e pur lordo di sangue
Ma
Todo cambia coi veloci venti
19
Ordunque
s'alzi di Cetta la vela
Folgore,
zolfo e tempesta l'attende
Mare
bollente da araba tela
19
Pentiti, donna, pentiti!
Quant'è
bella gravidezza,
Che
ti spetta tuttavia!
Chi
vuol esser lieta, sia:
Del
coir non v'è certezza.
20
Si
librano sull’onde di parole,
Ché
mar del Sacer han da navigare,
Tesa
la randa, rotta verso 'l sole.
21
Son
quei di Ketty gli alberi maestri,
Ch'ai
venti ruban melodiose note,
Quai
sistri di sospiri e rari estri.
22
Sol
una prece fo ad Antonio Prenna,
Ch'è uomo chiaro e con uso di mondo:
Ventila
d'ironia questa Geenna
23
Oh
Fanny che del mar l’anima ascolti:
Brividi
e cupidigie siano vento
E
turbine et uragan fin all’abènto.
24
Or
Clara regge l’ultima impresa
Ma
tra i perigli notturni e corsari
Lucciole
giocan nell’aria sospesa.
Marina
sa del mar segni e misteri,
Il
respiro del vento nelle vene
E
saggi e rari miraggi per nocchieri.
Sono veramente affascinata, in primis dal tuo modo di scrivere e poi dall'ode eclettica per i Corsari. Stupefacente amico, perché mai non vorresti pubblicizzare la tua opera corsara?
RispondiEliminaciao, marina