Michele Rapisardi, Testa di Ofelia pazza, 1865 |
E lo sbandare tra ottusi e vani indugi,
e il vuoto a ogni gradino che discendi,
e i ciuffi di basilico ingialliti,
e l'allegria ormai sfatta dal vento
come rotto zampillo e randagio,
che via svanisce in cerca di un rifugio
o di una sitibonda increspatura,
segreto sotterfugio, radura di sfinite
foglie
e di menzogne ormai d'attesa spoglie.
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