Esercizi
in onore di Antonella Sbrilli
Sabato
27 settembre 2014, verso mezzanotte, esaurite le abluzioni abituali,
con animo candido decisi di coricarmi di buonora per poter compiere
lucidamente il settimanale esercizio spirituale che mi attendeva
sornione sul comodino. Si trattava della lettura della rubrica
Lessico & Nuvole che la prima firma dell'enigmistica italiana tiene
su un supplemento settimanale dal nome robinsoniano, che nondimeno
ricorda la passione di Cristo nostro signore, ma del resto affatto
irripetibile, salvo i debiti riti apotropaici.
Con
la consueta magistrale asciuttezza, la rubrica dava conto di
anagrammi illuminanti, segnalando la personale passione
dell'autore per gli anagrammi in verbis singulis, che con ogni
evidenza rappresentano il culmine di quel perverso gioco.
E
come dargli torto? L'anagramma è già di per sé un gioco terribile
e beffardo perché, con una semplice permutazione di lettere,
pretende di cavare un senso da un nome che un senso non è tenuto ad
avere. Esso pertanto è una sfida all'insensatezza, donde tuttavia le
menti più brillanti tornano vittoriose, riportandone trofei di
incastrata e sapiente bellezza. Non è del resto da tacere che spesso
la sfida anagrammatica reca frustrazioni sanguinose: avete presente i
dispettosi scarti incoercibili?
Nondimeno,
ero a metà dell'esercizio spirituale settimanale quando, squillino
le trombe e rullino i tamburi, appare una speciale menzione per
Antonella Sbrilli, quale autrice di anagrammi memorabili e titolare
di un autentico capolavoro:
«Premoniziona»
= Piero Manzoni.
Qui
la lettura s'increspò in uno spasmo d'incontenibile estasi,
precludendo alla palpebra ogni moto ulteriore. Proprio lei, la
generosa e acutissima nostra compagna di giochi, dunque, riceveva un
così autorevole riconoscimento! Mamma mia che gioia, ma senza alcuno
stupore, avendo già sperimentato il suo vasto ingegno.
Incontrovertibilmente. I miei sogni di quella notte furono illuminati
dal riflesso radioso del suo meritato trionfo.
E
tuttavia, alle prime luci dell'alba, intorno a mezzogiorno, mi colse
l'urgenza di darne conto ai posteri, ossia ai miei tre lettori,
sacrificando senz'altro esercizi anagrammatici in suo onore.
Non
prima d'aver menzionato il suo ludo finora insuperato, consistente in
una quadrupla crasi funambolica: Chopinauerbach,
un superuomo sortito dalla mente di un dio maggiore al cui confronto
perfino Zeus sembra uno zotico delinquente.
Da
ultimo, mi piace ricordare che la festeggiata compagna di giochi è
stata la musa della mia epèntesi forse più bella:
Eunice
solca il mar dell'armonia
Vetta
di fresca e giovanil malia
(4,5)
È
inutile dire che dell'epèntesi di Eunice la dedicataria fu anche la
rapidissima solutrice.
Di
seguito propongo gli esercizi in suo onore che metteranno il sigillo
al mio disonore. Amen
In
una parola
Digiunerò
= Guido Reni
Documentale
= Claude Monet
Predominanti
= Piet Mondrian
Spopolabisca
= Pablo Picasso
Oriniamo
= Joan Miró (Il neologismo sognante «oniriamo», no?)
Saturabombe
= Umberto Saba
Minimolecolari
= Mario Monicelli
Narrativi
Nere
gru: aerei stupori = Pierre-Auguste Renoir (sconveniente =
“Esagererei un prurito”)
Arbitrò burle = Alberto Burri
Di
lì fissi poppe = Filippo De Pisis
Oggidì
corichi ore = Giorgio De Chirico
Dai,
godimi a melone = Amedeo Modigliani
Fa
cancri snob = Francis Bacon (dissento!)
Globi
a calamo = Giacomo Balla
Rosai
minori = Mario Sironi
Angeli
neri in bronzo? = Gian Lorenzo Bernini (Antigrammatico)
S'amava
oca o cigno = Giacomo Casanova
Addolora
glicemia = Carlo Emilio Gadda
E
dicon sacra isola? = Leonardo Sciascia
Dragaci
o Musil = Claudio Magris
Sbranò
elaborati = Alberto Arbasino
È
criminale darla = Andrea Camilleri
Celiò
mali minor = Mario Monicelli
Rendi
felici fole = Federico Fellini
Nutrì
fosca truffa = François Truffaut
Menti tiranno = Nanni Moretti
Antigramma
Acuì
la funzion = Nunzio La Fauci
Telegramma
(milanese)
Ghisa
battezza freno = Stefano Bartezzaghi
Ad
Antonella Sbrilli
Bella,
non strillai,
Sballino
tranelli,
Stillan
e brillano.
Ps.
Ps. Chiedo anticipatamente venia d'ogni eventuale errore sfuggito
alla correzione. Inoltre, poiché non ho controllato alcunché,
riconosco il copyright degli anagrammi presentati a chiunque ne
rivendichi il possesso; del resto confesso di essermi avvalso di ogni
mezzo lecito e illecito: carta penna e calamaio, matite e pizzini,
motori anagrammatici, letture irriferibili, coltellini, pinzette,
ricordi vaghi, lime asce e financo martelli, però, si capisce,
colorati e belli.
Post scriptum del 4 ottobre 2014
A conferma, invero superflua, del suo gran talento, è giusto annotare che Antonella Sbrilli ha commentato gli esercizi in parola con un auto-anagramma che merita d'essere sottratto all'oblio, senz'altro: «Sibilla nell'antro».Come volevasi dimostrare.
Nessun commento:
Posta un commento