sabato 8 giugno 2013

Il punteruolo e la civetta

Ai #corsari pronti a salpare, in lode del pensiero critico

Leonardo Sciascia era un razionalista visionario. L’ossimoro è solo apparente. Infatti il retto uso della ragione, ribaltando in modo radicale le idées reçues, genera un nuovo sguardo sul mondo, riuscendo talora più sorprendente dei vani parti dell’immaginazione.
La ragione critica, dunque, è profetica.
Nel Giorno della civetta egli concepì la metafora della linea della palma. «Forse tutta l'Italia va diventando Sicilia. A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno.» Per cogliere il valore di queste parole, basta notare che furono scritte intorno al 1960.
Ben lungi da un uso retorico, ch’egli avrebbe senz’altro disprezzato, il senso profondo della metafora della linea della palma si coglie alla luce di un freddo e non autocompiaciuto giudizio che in altra parte dello stesso testo Sciascia formulò.
«La famiglia è l'unico istituto veramente vivo nella coscienza del siciliano: ma vivo più come drammatico nodo contrattuale, giuridico, che come aggregato naturale e sentimentale. La famiglia è lo Stato del siciliano. Lo Stato, quello che per noi è lo Stato, è fuori: entità di fatto realizzata dalla forza; e impone le tasse, il servizio militare, le guerre, il carabiniere. Dentro quell'istituto che è la famiglia, il siciliano valica il confine della propria naturale e tragica solitudine e si adatta, come in una sofisticata contrattualità di rapporti, alla convivenza.»
Insomma, la palma è il simbolo del crescente dominio della famiglia che divora lo stato, la legge, la ragione, ammorbando perfino il conflitto politico, ossia la condizione stessa della democrazia. La famiglia è dunque lo stato degli italiani? 
Scava, vecchio punteruolo rosso, scava.

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