mercoledì 14 novembre 2012

Lettera di Papa Giovanni XXIII al rinnegato Bersani


«Tornando a casa, troverai i comunisti. Dai una carezza ai comunisti e dì: questa è la carezza del Papa. Non aver vergogna del tuo passato: rinnegare la propria storia è da vili.
Il comunismo, in fondo, è amore per i deboli e gli spossessati, lotta contro lo sfruttamento e contro la riduzione dell’uomo a merce fungibile, direbbe l’amatissima Rossana Rossanda. Si certo tanti errori sono stati commessi, non me ne parlare. Ma sai, gli uomini sbagliano: sapessi quali ignominie sono state perpetrate in nome del buon Dio. Avrei dovuto forse spretarmi e abbracciare satana perché qualche mio turpe predecessore bruciava cristiani allegramente?
E poi, il tuo bel capitalismo dove ti porta? Non vedi la miseria, il dolore, i diritti calpestati e negati a novantanove uomini perché uno solo goda d’una opulenza spudorata? Perfino la speranza nel futuro è stata distrutta, inventando un debito per tutti, che coincide con l'arrogante e volgare ricchezza di pochi, corda e guinzaglio del presente per il futuro. Ne sei contento? Pensi di usare pannicelli caldi? Chiederai agli oppressori di essere meno smodati e più clementi? Ma figliolo, l’uomo ricco è malvagio. Egli farà finta di lasciarti le briciole, per continuare a ingrassare indisturbato. Ti butterà appena qualche avanzo, come si fa con i cani. La tua prudenza contro la sua prepotenza è solo ridicola e colpevole sottomissione. Per il futuro, figliolo, risparmiami dai tuoi appelli. L’amore per Dio non rifulge nella sciocca devozione, ma solo nell’amore per gli altri. Tu ne hai ancora? Ti benedico»

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