martedì 30 luglio 2013

Le ceneri corsare

Prefatio

Da appena qualche ora è terminato il progetto denominato #Corsari, ideato e promosso da Paolo Costa (@paolocosta), Hassan Bogdan Pautàs (@TorinoAnni10) e Pierluigi Vaccaneo (@piervaccaneo), consistente nella riscrittura su Twitter del testo di Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari, Milano, Garzanti, 1975. Ogni articolo del testo di Pasolini aveva un portavoce o Corsaro che prendeva il comando della ciurma alla mezzanotte, dopo il segnale orario fatidico scoccato da un tweet di Hassan Bogdan Pautàs.
Ho creduto ignobilmente di partecipare alla corsa con una terzina di benvenuto al corsaro che di volta in volta saliva sulla tolda. Ora, tali terzine, scritte per esser lette isolatamente, rilette in sequenza mi pare che restituiscano, non già la sensazione di un giornale di bordo o di un album di famiglia, quanto piuttosto l’effetto straniante di un flip-book, ossia quei blocchetti per bimbetti che fatti scorrere velocemente col dito riproducono la sequenza di un movimento, come il taccuino di Hugo Cabret, insomma. Ma un flip-book bambinesco è trastullo delizioso, perché non condividerlo con i miei tre lettori?
Giusto per darmi delle arie, nelle righe seguenti aggiungo una rapida nota ai testi, trascurabile e improvvidamente didascalica, giustificata solo dall’odore ludico del retrobottega dove ho raccolto i brani, gli arnesi, le frattaglie e le pinzillacchere poi ordinati in metro e rima. Ecco, dunque.
L’esordio per Atrapurpurea, invocata nostra corsara, imponeva vette altissime, pertanto la scelta del più bel verso crinito di Petrarca era obbligata. L’estenuato petrarchismo aveva però generato “Chiome d’argento fino, irte e attorte”, forse l’episodio più straordinario di parodia burlesca della letteratura italiana, grazie al diabolico genio oulipista ante litteram di Francesco Berni, sicché s’imponeva un controcanto ironico alla maniera bernesca.
La Luna che inargenta è volgare furto a Casta diva, mentre Blutrasparente si prestava a pervio dattilico senz’altro.
Per Francesca Chiusaroli un’anafora in trompe-l'œil mi pareva gioco acconcio alle sue sapienti #scritturebrevi. Mentre con Ladyrediviva, ancorché d’incipit leopardiano, l’ottonario suonava dolce e divertente, ipèrmetro al secondo verso per la voglia di citarla. Quale soddisfazione conficcare Exlibris in un endecasillabo, quale che fosse a maiore o a minore.
Comemusica suscitava la sfida di trovare il modo di combinare nelle trentatré sillabe le sette note, in parole compiute e non fruste. I corsari del 16 e 17 si giocavano con le rispettive bio provvidenziali. Per Cetta la sua prediletta parola Ordunque fu bagno di sangue, ché gli accenti non volevano sentirne di generare un ritmo lecito. Al 21 di Ketty un incidente diplomatico: scappa il verso forse più riuscito: «Quai sistri di sospiri e rari estri», ma arriva la vibrata protesta dell’Associazione Rotacisti Anonimi, che lamenta un abuso di erre politicamente scorretto. Ad Antonio Prenna chiedo la grazia di alleggerire i toni che s’eran fatti cupi ed estremi. Poi però tocca a Fanny, poetessa appassionata, che mi dà pensieri. Come stupirla? Infine Eusebio mi soccorre. Cupidigie e brividi, dell’amatissimo Camillo Sbarbaro montaliano, era abbrivio idoneo per un climax culminante ne l’abènto sublime tolto dalla Rosa fresca e aulentissima di Cielo d’Alcamo. Ma il risultato rompeva l’ABA canonico per un ABB eterodosso, ne valeva la pena? Mi son mandato a quel paese ed ho tirato dritto, alla volta di Clara, ma qui bisognava solo appendere le lucciole nel quadro. L’ultima terzina non reca numero perché era stata concepita per un mio corsaro immaginario. Ossia, mi ero convinto d’averne letto il nome nell’elenco dei corsari, scoprendo la fallacia a cose fatte. Un blog di parerga combina errori e sparge inezie, sicché è doveroso pubblicarla, proteggendone l’anonimato, si capisce.
I corsari non interzati, son certo che saranno lieti d’essere sfuggiti alle mie indegne rime, non s’illudano tuttavia di godere d’una mia minore stima, anzi si sappia che li ho risparmiati solo perché il tempo mi è mancato.

La numerazione delle terzine segue quella degli articoli del testo di Pasolini

Le ceneri corsare


1 Alla maniera petrarchesca Purpurea.
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
Che ‘n mille dolci nodi gli avvolgea,
ma tosto fur di cenere cosparsi.

1 Atra maniera bernesca
Chiome corvine e fluenti, irte e attorte
senz’arte intorno a un bel viso d’oro;
vi si celavan sol menti contorte.

2
Casta Luna che inargenti l’onde,
La corsa porti falene e bottino,
Storie e mistero e parole profonde.

3
Blu trasparente sia l’onda fremente,
Corra ‘l tuo legno l’incognita rotta,
Nella carezza dell’Orsa splendente.

4
Claudia fa rotta ardua e perigliosa:
Sprezza ogni tema e fida nei tuoi lumi,
Guida la ciurma a meta vittoriosa.

7
Salpa Francesca per lido corsaro,
Sa lei dell'onde l'azzurro mistero,
Sa delle stelle il segreto più raro.

12
Passata è la tempesta
Ledyrediviva è ancor desta
e pur noi per farle festa.

14
ExLibris va per mar in gran pavese,
Quale corsar sagace e coraggioso:
Reggi nostr'alme vaghe e pur sospese.

15
Per Comemusica l'onde son note:
"Là Si DoMi quel flutto ch'è deriva,
Sol FaRe rotta s'ha per sponde ignote"

16
Va di bolina per carezzar le onde
Corsar che dell’onor ebbe l’insegna.
Faremo rotte vaghe et errabonde?

17
Con Ale solcherem acque dolenti
Per l’odio vile e pur lordo di sangue
Ma Todo cambia coi veloci venti

19
Ordunque s'alzi di Cetta la vela
Folgore, zolfo e tempesta l'attende
Mare bollente da araba tela

19 Pentiti, donna, pentiti!
Quant'è bella gravidezza,
Che ti spetta tuttavia!
Chi vuol esser lieta, sia:
Del coir non v'è certezza.

20
Si librano sull’onde di parole,
Ché mar del Sacer han da navigare,
Tesa la randa, rotta verso 'l sole.

21
Son quei di Ketty gli alberi maestri,
Ch'ai venti ruban melodiose note,
Quai sistri di sospiri e rari estri.

22
Sol una prece fo ad Antonio Prenna,
Ch'è uomo chiaro e con uso di mondo:
Ventila d'ironia questa Geenna

23
Oh Fanny che del mar l’anima ascolti:
Brividi e cupidigie siano vento
E turbine et uragan fin all’abènto.

24
Or Clara regge l’ultima impresa
Ma tra i perigli notturni e corsari
Lucciole giocan nell’aria sospesa.


Marina sa del mar segni e misteri,
Il respiro del vento nelle vene
E saggi e rari miraggi per nocchieri.

1 commento:

  1. Sono veramente affascinata, in primis dal tuo modo di scrivere e poi dall'ode eclettica per i Corsari. Stupefacente amico, perché mai non vorresti pubblicizzare la tua opera corsara?
    ciao, marina

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